Il mercato globale del fast food è in costante crescita: si prevede che raggiungerà il valore di circa 1.075 miliardi di dollari entro il 2030, rispetto ai 750 miliardi di dollari del 2023 (+43%). Anche in Italia si conferma questa tendenza: da un focus sul settore pubblicato da Statista emerge che circa il 28% dei consumatori tra i 18 e i 34 anni mangia fast food o junk food almeno una volta alla settimana, mentre la percentuale scende al 9% per gli over 54. Inoltre, circa l’8% degli italiani lo consuma due o tre volte a settimana, mentre il 59% si limita a una volta al mese.
Le influenze sulla salute
Questi dati evidenziano come i rapidi cambiamenti socioeconomici e demografici abbiano modificato profondamente le abitudini alimentari delle persone, influendo in modo significativo sulla salute dei cittadini. Sebbene il fast food venga spesso scelto per la sua comodità, è, infatti, cruciale considerare i rischi legati a una dieta eccessivamente ricca di alimenti elaborati e ipercalorici, noti comunemente come “cibo spazzatura”. Diventa, quindi, importante educare soprattutto i giovani a uno stile di vita sano e a un approccio alimentare bilanciato, perché un’alimentazione poco bilanciata è nemica del benessere e, in particolare, dell’equilibrio della flora intestinale, oltre che della bellezza della pelle.
“È ormai un’evidenza scientifica che il trait d’union tra la predisposizione ad ammalarsi di una certa malattia e la manifestazione clinica di essa, sia rappresentato molto spesso dal microbiota intestinale, cioè da quei trilioni di microorganismi (in maggioranza batteri) che dovrebbero sempre vivere in simbiosi con il nostro organismo, ma che, per errata alimentazione, variazioni climatiche, tossine emozionali, diventano potenziali nemici, esponendoci anziché proteggerci dalle malattie” dichiara Luigi Coppola, docente di Nutrizione clinica e Dietetica applicata presso l’Università degli studi del Sannio. “E allora per armonizzare il nostro superorganismo, sintesi di cellule umane e di microorganismi, è sicuramente auspicabile una sana alimentazione mai disgiunta da una integrazione nutraceutica di qualità e di comprovata valenza scientifica”
I consigli per un’alimentazione salutare
Alcune linee guida possono favorire uno stile di vita rispettoso dell’uomo nella sua individualità e nella sua armonia mente-corpo, in equilibrio con l’ambiente e la natura. Ecco, quindi, le regole del “lifestyle” secondo la nutraceutica fisiologica di Guna, azienda farmaceutica specializzata in farmaci low dose e integratori alimentari:
- scegliere prodotti naturali, privilegiare i cibi a km 0 rispetto a quelli trattati o ultra processati, per mantenere l’intestino in buona salute;
- sostenere la flora intestinale, adottando una dieta sana per proteggere l’intestino e l’organismo. In caso di necessità, l’uso di integratori probiotici può aiutare a riequilibrare la flora batterica;
- limitare sale, zuccheri e grassi raffinati: evitare cibi industriali ricchi di sale (la dose giornaliera raccomandata è non più di 5 g), zuccheri semplici, grassi saturi e grassi idrogenati. Consumare, invece, grassi sani come omega-3 (presenti in pesce, semi oleosi e olio extravergine d’oliva) e ridurre al minimo bevande gassate e alcoliche, che sono ricche di zucchero;
- idratazione quotidiana: bere giornalmente almeno 30 ml d’acqua per kg di peso corporeo;
- favorire la depurazione naturale supportando i processi fisiologici di depurazione dell’organismo;
- evitare ingredienti nocivi: limitare il consumo di cibi ad alto contenuto di glutine, glutammato monosodico (additivo utilizzato per la preparazione di dadi e preparati granulari per brodo), zuccheri semplici (glucosio e saccarosio), sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, dolcificanti artificiali, cibi fritti e ogni tipo di cibo pre-trattato e manipolato;
- optare per alimenti nutrienti: preferire verdure a foglia verde (come cavoli, spinaci e cicoria), frutta intera (evitare succhi di frutta zuccherati o da estrattori), olio extravergine di oliva spremuto a freddo, acqua naturale, tè verde (se non controindicato), frutti rossi, nocciole crude e cibi ricchi in Omega-3 (come sgombro, alici, sardine, salmone, semi di lino, etc.).
“Nel contesto sociale attuale risulta molto importante orientare le persone a selezionare alimenti freschi, locali e sostenibili, non modificati, per contribuire a migliorare il benessere psico-fisico ed a ridurre il rischio di sviluppare malattie cronico-degenerative da errata alimentazione” conclude il professor Coppola.